
I laboratori sono ad impronta arteterapeutica.
L’ “Arteterapia” è una disciplina che, utilizzando la creatività in tutte le forme ed espressioni, veicola le emozioni nel miglioramento della relazione con se stessi e, conseguentemente, con gli altri.
Si possono declinare e, conseguentemente, rivolgere a diversi tipi di fruitori: nelle scuole, per valorizzare la consapevolezza degli individui nell’ambito di un gruppo o nelle aziende come attività di team building. I percorsi possono anche essere individuali. Possono persino essere concepiti per valorizzare il territorio pronendoli ai turisti, come attività da svolgere per conoscere meglio alcuni aspetti del paesaggio (vedasi ad esempio quelli organizzati nell’ambito del Festival del Paesaggio Agrario).
Può anche essere utile per agevolare la comunicazione delle persone con difficoltà di comunicazione di varia natura, che si traducono in difficoltà di relazione, attività da condursi principalmente con la collaborazione e supervisione di associazioni e tutori specializzati.
Ogni laboratorio è diverso e viene pensato appositamente con i committenti. Volendo tracciare una struttura di massima ci sono diverse fasi:
- Presentazione del conduttore al gruppo e presentazione dei partecipanti, in cui spiegano esperienze e aspettative;
- Spiegazione dell’attività e del lavoro;
- Prima attività
- Condivisione dell’esperienza;
- Rilassamento guidato per facilitare l’introspezione e liberare la mente da preconcetti e nodi;
- Seconda attività pratica
- Condivisione
- Conclusioni
Un esempio di laboratorio – 28/05 Paesaggio è immagine
Ideazione: Fabienne Vigna; Conduzione: Fabienne Vigna e Anna Maria Quinterno
Con la collaborazione dell’Associazione Davide Lajolo il 28/05/2022 si è tenuto il laboratorio “Paesaggio è immagine“, il primo in Italia di fotografia e meditazione.
I partecipanti sono entrati in connessione profonda con il Paesaggio e ci hanno restituito le loro suggestioni emotive, in immagini e parole.
E’ stato prodotto un lavoro corale, di sentire comune del Territorio, perché, se è vero che persone diverse di fronte alla stessa cosa non scatteranno mai la stessa foto, al contempo persone diverse nello stesso luogo, se lo vivono profondamente, potranno dare origine a una visione di insieme, condivisa.
Le ombre si trasformano in rami, i rami si trasformano in nidi, che a loro volta si trasformano in fronde. La terra si trasforma in fascine, e così via, in un unicum visivo.

Leggi il resoconto completo del laboratorio qui.